TEODOLINDA: prima “regina d’Italia”

Teodolinda: prima "regina d'Italia"

”La principessa, presa una tazza di vino, la porse prima a colui che sembrava il più autorevole, poi la offrì ad Autari, senza immaginare neanche lontanamente che fosse il suo sposo: e Autari, dopo aver bevuto, nel restituire la tazza, sfiorò furtivamente con un dito la mano e si fece scorrere la destra dalla fronte lungo il naso e il viso. La principessa riferì arrossendo la cosa alla nutrice.”
(Paolo Diacono, III, 30)

In questo passo, uno dei più affascinanti della sua opera, la Historia Langobardorum, Paolo Diacono narra l’episodio in cui Autari, giunto in incognito con un gruppo di Longobardi alla corte di Garibaldo, Duca di Baviera (588), incontra Teodolinda, giovane figlia del Duca e sua futura sposa.
Teodolinda, discendente dalla mitica stirpe dei Letingi, gode di una straordinaria posizione di prestigio per il suo carisma e per il suo carattere e per questo i Longobardi le consentiranno di esprimere la sua capacità di governo.
Quando, infatti, dopo solo un anno di matrimonio, rimarrà vedova di Autari, i saggi le concederanno di scegliere un nuovo sposo. Teodolinda sceglie allora Agilulfo, Duca di Torino.
La storia di Teodolinda e Agilulfo consente di seguire il difficile e talora confuso passaggio della nostra storia dalla civiltà romana a quella medioevale, attraverso la lenta e progressiva integrazione tra il popolo barbarico-longobardo e quello romano cattolico.
Teodolinda fu anche un’abile mediatrice: ne è una prova il carteggio con Papa Gregorio Magno, difensore della cristianità romana, che si rivolge a lei come “Gloriosissima regina, figlia nostra...”
Stabilitasi a Monza, la regina fa costruire un palazzo e una cappella dedicati a San Giovanni Battista, primo santo protettore della gens Longobarda e tuttora patrono della città. La chiesa di San Giovanni, come quelle di Aquileia e Como, celebrava secondo il rito tricapitolino cui Teodolinda aderiva. Ancora oggi dopo più di 1400 anni, il Duomo di Monza è indipendente dal rito ambrosiano di Milano.
Alla morte di Agilulfo, Teodolinda assume la reggenza accanto al figlio Adaloaldo, ma gli ultimi anni della sua vita furono segnati da una nuova ribellione della fazione ariana e aggressiva dei duchi Longobardi contro la sua politica filo cattolica e di pacificazione con i Bizantini.

La sua lungimiranza politica e religiosa, la sua capacità di farsi amare dal popolo e agire con il consenso del re, l’abilità di mantenere sempre la sua autonomia di visione nel complesso intreccio di poteri e mutamenti della storia d’Italia dell’alto medioevo fanno di Teodolinda la prima “regina d’Italia”.
Nei secoli successivi alla sua morte, non ci saranno donne della sua rilevanza fino all’arrivo di Matilde di Canossa.